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Siamo a Milano, nel 1986. Paninoteche e fast food sono circondate da migliaia di ragazzi adolescenti (o poco più) che parlano un gergo pittoresco, con abiti vistosi e griffati. Sono i “Paninari”.
Li riconosci facilmente dal look: indossano esclusivamente capi firmati quali piumini, felpe, scarponcini, camicie e gli immancabili jeans/pantaloni Americanino, rigorosamente alle caviglie con tanto di risvolto.
Influenzati dai modelli del cinema statunitense, dalla musica pop del periodo e dagli spot pubblicitari (new wave, synth pop), sono l’espressione giovanile all'adesione ad uno stile di vita fondato sull'immagine e sul consumo.
Il fenomeno dei “Paninari”, nato alla fine degli anni Settanta e proseguito per tutti gli anni Ottanta, nasce a Milano e si estende prima in tutta Italia e poi anche all’estero.

“Wild boys (wild boys) never lose it,
Wild boys (wild boys) never chose this way,
Wild boys (wild boys) never close your eyes, Wild boys always shine...”

La canzone dei Duran Duran, “Wild Boys”, è l’icona dei “Paninari” così come quella dei Pet Shop Boys, “Paninaro”, altro gruppo cult del movimento.

“Passion and love and sex and money
Violence, religion, injustice and death
Paninaro, Paninaro, oh, oh, oh”

Leggendo queste righe magari ti sarà venuta un po’ di sana malinconia. Stai pensando a come potrebbe essere tornare indietro, anche solo per poco tempo, e riprovare la spensieratezza e la bellezza di quegli anni.
A meno che tu non sia Marty Mc Fly in “Ritorno al Futuro”, non puoi viaggiare nel tempo ma immagina di avere la possibilità di portare per sempre con te un simbolo, un’icona di quegli anni e in particolar modo del movimento dei “Paninari”.

Questo è possibile.


Il brand “Americaninoè all’asta e può essere tuo a partire da 270.000 €.
C’è già un’offerta posta come base d’asta quindi affrettati, questa è l’unica possibilità.
Il termine per la raccolta delle offerte è fissato per il 6/09/2022.
Potrai trovare tutte le indicazioni su come partecipare cliccando sul pulsante in fondo alla pagina.
Lo staff di Aste Business è sempre a tua disposizione per qualsiasi necessità.

Un po’ di storia: Le origini del marchio


Americanino è un marchio registrato. Il logo è costituito dalla stilizzazione del profilo del volto di due pellerossa accostati che guardano in direzione opposta, di colore blu e bianco (oppure rosso), che sovrastano la scritta Americanino in stampatello.
Alla fine degli anni settanta Adolfo Bardelle, autista di ambulanze all'ospedale di Chioggia, fondò, assieme ai soci Eugenio Schiena e Renzo Franco, l'azienda denominata Americanino.
Per la produzione dei capi disegnati, Bardelle si appoggiò all'azienda tessile della moglie, Elisabetta Converso. La prima sede dell'azienda era in alcuni capannoni in via Dalmazia, a Cavarzere.

Il successo


Il successo degli anni ottanta spinse l'azienda a cercare nuove località per la produzione: venne scelta la cittadina di Pegolotte di Cona, a Venezia.
Assieme ad altri capi e marchi di abbigliamento quali i giacconi imbottiti infatti, i capi dell'Americanino furono scelti - anche grazie ad una accorta campagna di marketing pubblicitario - dai cosiddetti paninari, quali elementi distintivi.
È un simbolo della “Milano da Bere”. Un “must-have” per moltissimi giovani che ancora ricordano i due pellerossa che contraddistinguevano il marchio: gli indios rappresentano le due facce della storia, America ed Europa, la tradizione ed il progresso, il passato ed il futuro, il maschile ed il femminile. La tensione tra gli opposti diventa la forza che alimenta l’evoluzione del marchio e ne arricchisce il prodotto.
Nel 1985, la Americanino si è fusa con l'azienda che inizialmente aveva utilizzato per la produzione e che continuava ad assemblare anche per altri marchi: la Rinomate Jeanserie Venete S.p.A. L'azienda che ne derivò, mantenne il nome Americanino. Nello stesso periodo, nel pieno del proprio successo imprenditoriale, Bardelle conia svariati nuovi sottomarchi (quali Outsider, Kinghino e Frank Scozzese); uno di tali marchi, pensato per la jeanseria di lusso (e chiamato Cohen) non verrà mai applicato sui prodotti e riuscirà così ad evitare di rientrare fra i cespiti fallimentari, venendo mantenuto dal figlio del proprietario e rilanciato negli anni duemila.

Le difficoltà


All'inizio degli anni novanta, complice il cambio dei gusti del pubblico, i tentativi di Americanino di adeguarsi alle nuove mode si scontrarono con l'immagine - strettamente legata al mondo degli abiti da paninari - che l'azienda proiettava nell'immaginario dei consumatori.
Spostando la propria sede da Padova a Rovereto, l'Americanino, nell'evenienza oramai imminente di un fallimento, mutava nome in quello di Rinomate Jeanserie S.p.A.
Nel 1992 l'azienda Americanino fallì. I liquidatori dell'epoca decisero di stornare i beni materiali dai marchi reputando questi ultimi ancora meritevoli di investimento e spendibili sul mercato. In tal modo, fra i vari marchi, quello Americanino fu rilevato dalla società greca - creditrice - che forniva parte dei tessuti all'azienda di Pegolotte. In tale frangente, cessa la storia della ditta Americanino e della sua produzione italiana.
Nel 2009 il marchio Americanino fu acquistato dalla società [OMISSIS], con sede in Arezzo, che ne è tutt'ora titolare.
La società ha utilizzato il marchio Americanino a partire dal 2005 come licenziataria (e dal 2009 come titolare), con l'obiettivo di rilanciarlo sul mercato sia italiano che estero, effettuando fra l'altro una serie di investimenti per estenderne l'utilizzo, oltre che su capi di vestiario, anche su deodoranti, profumi ed accessori, ottenendo anche nuove registrazioni all'ufficio brevetti europeo. Una nuova collezione Americanino debuttò in 250 punti vendita, con uno show room a Londra.
La grave crisi economica globale del 2008 ha investito anche la società, ora in concordato preventivo presso il Tribunale di Arezzo, con successiva vendita dei propri principali asset patrimoniali.


Il marchio Americanino, simbolo di un fenomeno e di una generazione può essere tuo. Cosa aspetti?



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